Paradosso di Fermi; perché fino ad ora non abbiamo mai avuto prove di vita extraterrestre? Articolo sulla formazione della vita sulla Terra e probabilmente su altri pianeti del nostro sistema solare. Difficile pensare che nel nostro universo siamo da soli. Esistono milioni di pianeti, alcuni con le condizioni ambientali per favorire la vita.
Vediamo che cosa tratta il paradosso di Fermi e vedremo alcuni panorami cosmici che interessano il nostro universo.
Indice
Il bing bang
Iniziamo dall’inizio. Molto indietro nel tempo, praticamente da quando non c’era nulla; il Bing Bang. Il Bing Bang si verificò 13,8 miliardi di anni fa. Un paio di miliardi di anni dopo, è iniziata la formazione di stelle e galassie. Quindi, stando a questi immensi numeri, la nostra galassia si dovrebbe essere formata proprio in quel periodo.
Invece, il nostro sistema solare ha meno di 5 miliardi di anni, meno della metà degli anni della via lattea. Con questo lasso di tempo, si può pensare che si abbia avuto moltissimo tempo per la formazione di qualche civiltà da qualche parte nella via lattea. Questa o queste presunte civiltà, potrebbero essersi formate molto prima della nostra, migliaia, decine di migliaia e magari milioni di anni prima della nostra.
Il paradosso di Fermi è appunto questo; perché in così tanto tempo, non abbiamo ancora avuto segno di esistenza di altre civiltà?
La formazione della vita sul pianeta Terra
Con le nuove prove di presenza di acqua e di altri elementi che possono favorire lo sviluppo della vita su altri pianeti, è impensabile che l’unica civiltà esistente sia solo la nostra in tutta la galassia. Le prime tracce della vita sul nostro pianeta non provengono dai fossili ma da microscopici modelli e da tracce chimiche ritrovate in antiche rocce.
I primi batteri che si potevano trovare sulla Terra, risalgono a 3 miliardi e mezzo di anni fa. Quindi, il primo DNA e le prime cellule sono sicuramente ancor più antiche. Il pianeta Terra non ha più di 4,6 miliardi di anni. Da quando è nata, ci sono voluti almeno 200 milioni di anni prima che la superficie terrestre si raffreddasse e che l’atmosfera si stabilizzasse.
Con queste condizioni, si sono sviluppate le prime forme di vita sulla Terra, grazie soprattutto all’ingrediente chiave; l’acqua. Con questo elemento, le molecole biologicamente importanti possono reagire favorendo la vita. Il solo fatto che sulla Terra esista la vita, vuol dire che la formazione della vita nell’universo è possibile.
Purtroppo però, non abbiamo la possibilità di capire ancora quanto sia probabile.
Il paradosso di Fermi: Enrico Fermi
Enrico Fermi era un vincitore del premio nobel per la fisica e contribuì allo sviluppo del primo reattore nucleare della storia. Fermi, è stato il primo a porsi un quesito sugli alieni; se da qualche parte nella galassia esiste una civiltà extraterrestre, si sarebbe già raccolta qualche prova della loro esistenza, magari, anche prove di più civiltà.
Il fatto che non ci siano ancora fino ad oggi, prove chiare e inconfutabili dell’esistenza di civiltà extraterrestri, è conosciuto come il paradosso di Fermi. Però, Enrico Fermi non fu l’unico a chiedersi il perché della mancanza di prove di vita aliena. Dal 1950 a oggi, dopo più di 60 anni, il paradosso di Fermi è ancora insoluto.
Carbonio, ossigeno e azoto sono gli elementi più comuni nella nostra galassia e sono proprio questi elementi che possono dare il via a qualche forma di vita. Si sono scoperti fino ad ora centinaia di pianeti oltre il sistema solare. Grazie alla sonda spaziale Juno e ad altre sonde lanciate nello spazio, si sono potute trovare tracce di acqua su altri pianeti.
>Su molti pianeti del nostro universo esistono tracce d’acqua, alcuni, scoperti di recente, sembrano proprio avere le condizioni ambientali per ospitare la vita. Però, come affermava Fermi, di queste forme di vita deve esserne traccia da qualche parte. L’osservazione da parte degli astronomi di oggi, ha rivelato che il nostro universo è in espansione.
Dal 2009, il telescopio Kepler della NASA ha raccolto prove dell’esistenza di migliaia di pianeti che poteva scoprire tramite il suo piccolo campo di vista. Anche se questi pianeti devono essere confermati dopo altre osservazioni, il suo numero elevato suggerisce che nella via lattea esistano decine di miliardi di pianeti di dimensioni simili alla Terra.
Progetto Phoenix
Dal 1960, con un antenna di 26 metri, si cominciò a captare emissioni radio dallo spazio che potrebbero provenire da civiltà aliene. Con questa antenna, si è scelto di puntare verso pianeti che potevano avere le condizioni ideali per ospitare la vita e si sono scelte svariate frequenze da ascoltare. L’idea di utilizzare un ricevitore radio, doveva essere la risposta al paradosso di Fermi. Però, non andò così. Si provò quindi con il progetto Finix che comprendeva l’utilizzo di enormi antenne dislocate in tutto il mondo capaci di sondare ben 800 sistemi stellari. Nel 2004, i ricercatori arrivarono alla conclusione che anche questo progetto era un completo fallimento. C’è da dire però, che i pianeti da sondare sono veramente tantissimi e solo nei giorni nostri si possono utilizzare avanzate tecnologie che ci permetteranno di poter ascoltare segnali radio provenienti da veramente molto lontano.
Oggi, queste ricerche non sono finite, anzi, si calcola che entro il 2050, il genere umano avrà sondato circa un milione di sistemi solari. Se anche in questo caso non si riuscisse a trovare nessun segnale, in questo caso il paradosso di Fermi resterà ancora senza risposta.
Missioni spaziali: Rover Curiosity della NASA su Marte
Nell’Agosto del 2012, il Rover Curiosity della NASA atterrò in un cratere su Marte. Il Rover, per mesi ha girovagato sul suolo del cratere raccogliendo delle prove che suggeriscono che le rocce di quel cratere si sono formate in acqua stagnante. Le rocce su Marte, presentano minerali di argilla che suggeriscono che ci dovevano essere corsi d’acqua come sulla Terra. Quindi, in passato è stato molto probabile che su Marte ci siano state le condizioni ideali per ospitare la vita.
Il Rover Curiosity è da oltre 2,000 giorni su Marte esplorando una superficie di un pianeta lontano. Ma non è solo, Opportunity, è al lavoro in un’altra zona su Marte. Curiosity è un rover della NASA che continua a fare nuove scoperte e a confermare molti studi eseguiti su Marte che sembra proprio essere un pianeta molto simile al nostro.
Molto simile per via del suo passato, quando c’era acqua e quando probabilmente, esistevano le condizioni ideali per ospitare la vita.
Conclusioni sul paradosso di Fermi
Nel corso degli ultimi anni, si sono svolti diversi tentativi per risolvere il paradosso di Fermi, ma senza successo. Una delle teorie è che in realtà qualche civiltà extraterrestre esista da qualche parte nella nostra galassia o in altre, ma per qualche motivo, non gli interessa comunicare con noi. Non è escluso che possano esiste forme di vita intelligenti su qualche pianeta ma che non hanno la tecnologia che gli consente di utilizzare onde radio. Non è escluso nemmeno che qualche forma di vita aliena possa essere di tipo sottomarina e che quindi, non gli possano arrivare segnali radio. Probabilmente, stiamo sottovalutando l’interesse che potrebbero avere delle civiltà aliene nel volerci contattare. Alcuni scienziati, affermano che potrebbero esistere delle civiltà aliene tecnologicamente avanzate, probabilmente migliaia di anni più avanti di noi. Ma non fanno altro che osservarci in silenzio come facciamo noi con le specie animali osservandoli nel loro habitat naturale.
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