Luna di Giove Europa: Le radiazioni di Giove possono distruggere le molecole sulla superficie di Europa. Il materiale proveniente dall’oceano di Europa che finisce sulla superficie sarà bombardato dalle radiazioni, probabilmente distruggendo qualsiasi biosignatura, o segni chimici che potrebbero implicare la presenza di vita.
Fonte: NASA.
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Luna di Giove Europa
Nuova mappatura completa delle radiazioni sulla Luna di Giove Europa, rivela quanto gli scienziati dovrebbero andare in profondità per cercare segni di presenza di vita. Dal momento che la missione Galileo della NASA ha messo in evidenza un oceano globale sotto il guscio ghiacciato di Europa negli anni ’90, gli scienziati hanno considerato quella luna uno dei luoghi più promettenti nel nostro sistema solare per la ricerca di forme di vita. Ci sono anche prove del fatto che l’acqua salata che scorre nell’interno della luna di Giove Europa si fa strada verso la superficie.
Le prossime future missioni della NASA
Gli scienziati svilupperanno le future missioni sperano di saperne di più sulla possibile abitabilità dell’oceano di Europa. Tuttavia, la superficie di Europa è bombardata da un’esplosione costante e intensa di radiazioni da Giove. Queste radiazioni possono distruggere o alterare il materiale trasportato sulla superficie, rendendo più difficile il lavoro degli scienziati.
Mentre gli scienziati pianificano la prossima esplorazione della luna di Giove Europa, dovranno affrontare molte incognite sulle radiazioni: dove sono le più intense, quanto sono profonde le particelle energetiche, e in che modo le radiazioni influiscono su ciò che è in superficie e al di sotto della superficie.
Le radiazioni sulla luna di Giove Europa
Un nuovo studio scientifico, pubblicato su Nature Astronomy, rappresenta la modellazione e la mappatura più completa delle radiazioni sulla luna di Giove Europa. L’autore principale è Tom Nordheim, ricercatore presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA, a Pasadena, in California.
“Se vogliamo capire cosa sta succedendo sulla superficie di Europa e che legami ci sono con l’oceano al di sotto, dobbiamo capire le radiazioni“, ha detto Nordheim. “Quando esaminiamo i materiali che sono venuti dal sottosuolo, che cosa stiamo guardando? Questo ci dirà cosa c’è nell’oceano di Europa.”
Usando i dati dei voli aerei di Galileo su Europa due decenni fa e le misurazioni di elettroni dal veicolo spaziale Voyager 1 della NASA, Nordheim e il suo team hanno esaminato attentamente gli elettroni della superficie lunare. Hanno scoperto che le dosi di radiazioni variano in base alla posizione. La radiazioni sono più concentrate nelle zone attorno all’equatore, e si riducono vicino ai poli.
“Questa è la prima previsione dei livelli di radiazione in ogni punto sulla superficie di Europa ed è un’importante informazione per le future missioni“, ha detto Chris Paranicas, co-autore del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory di Laurel, nel Maryland.
Prossima missione della NASA sulla luna di Giove Europa nel 2022
Ora, gli scienziati sanno dove trovare le regioni meno alterate dalle radiazioni. La prossima missione della NASA prevede di orbitare attorno a Giove e monitorare Europa con circa 45 voli ravvicinati. Il veicolo spaziale potrebbe essere lanciato già nel 2022 e trasporterà telecamere, spettrometri, strumenti al plasma e radar per studiare la composizione della superficie della luna di Giove Europa, il suo oceano e il materiale che è stato espulso dalla superficie.
“Le radiazioni che bombardano la superficie di Europa lasciano un’impronta digitale“, ha detto Kevin Hand, co-autore ricerca e scienziato. “Se conosciamo l’aspetto di quell’impronta digitale, possiamo capire meglio la natura di qualsiasi sostanza organica e le possibili biosignature che potrebbero essere rilevate nelle future missioni.”
Missione spaziale Europa Clipper
Il team della missione Europa Clipper sta esaminando i possibili percorsi orbitali e le rotte proposte attraversano molte regioni del satellite Europa che sperimentano livelli più bassi di radiazioni. Questa è una buona notizia per poter guardare materiale oceanico che non è stato pesantemente modificato dall’impronta digitale delle radiazioni.”
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