Call of Duty: Black Ops 3 – Recensione
Dopo Advanced Warfare di Sledgehammer Games, è il turno di Treyarch, che ha investito moltissimo per produrre quello che con ogni probabilità è il capitolo della serie con più contenuti: Call of Duty: Black Ops 3. Questo basta per renderlo anche il miglior titolo della saga? Scopriamolo insieme nelle prossime righe.
Ambientazione Call of Duty: Black Ops 3
Cominciamo parlando della campagna di Black Ops 3. In seguito ai catastrofici avvenimenti di cui si è parlato nel capitolo precedente, i Paesi del mondo si sono accordati circa la creazione di un sistema di difesa finalizzato alla protezione dei cieli internazionali. Gli attacchi terroristici dall’alto, grazie a tale sistema, sono diminuiti sensibilmente, ma si è reso necessario un rinforzo delle nanotute e dei DNI per le forze di fanteria.
In particolare, il DNI è un particolare chip installato in ogni soldato che consente di interconnettersi per migliorare le strategie in campo. Anche al protagonista di questo titolo viene installato tale chip, che genererà situazioni che metteranno alla prova etica e risvolti di un futuro tecnologicamente avanzato sotto il profilo bellico. Il risultato? Ai livelli di difficoltà più alti il gioco è capace di tenere impegnati i giocatori fino a 8-10 ore, valore decisamente più elevato rispetto ai capitoli passati.
Indice
Modalità zombie
In questa modalità torna uno dei marchi di fabbrica dei titoli prodotti da Treyarch: la modalità zombie. Si tratta di modalità che permettono di giocare con altri giocatori, caratteristica che non potrà che aumentare il fattore divertimento. La campagna zombie include prevede il farsi strada tra ondate di cadaveri ambulanti in solitaria o con altri giocatori, utilizzando i punti guadagnati per aprirsi la strada, attivare trappole e comprare nuove armi.
L’unica mappa prevista dal pacchetto base, ovvero Shadows of Evil, impegnerà il giocatore contro orde di zombie in una Chicago anni ’40 con un massimo di altri 3 criminali. Oltre a quanto descritto, in questa modalità non mancano nemmeno rituali voodoo, poteri sovrannaturali e l’opportunità di trasformarsi in mostri tentacolari. La metamorfosi consente di lanciare scosse elettriche e raggiungere aree più nascoste poste site nei piani alti della mappa.
Seconda modalità zombie
Dobbiamo precisare che c’è anche una seconda campagna zombie, sempre basata su mappe e missioni della storia, ma in questo caso riviste proprio per la presenza dei non-morti. Tale campagna alternativa viene sbloccata completando la storia principale ed è capace di far coesistere nello svolgimento del gioco un numero davvero elevato di zombie insieme a umani e robot, con un livello di difficoltà appositamente ricalibrato per l’occasione.
Conclusioni
L’impatto grafico del titolo è buono, con la tipica spettacolarità della serie, anche se non manca qualche critica. Tra queste quelle legate ai modelli poligonali, non sono sempre dettagliati, e alle texture.
D’altronde la serie ha sempre sacrificato qualche dettaglio nel nome di una fluidità impeccabile. Il frame rate rimane ancorato a 60 fps solidi, e il livello non cala nemmeno nelle situazioni più affollate. Ottima invece l’effettistica in generale, esente da difetti tecnici, e lo stesso discorso è valido per il sonoro delle armi e dell’ambiente, e per la colonna sonora e il doppiaggio in italiano. In sintesi? Un titolo che vale la pena giocare.