Probabilmente, circa 3,7 miliardi di anni fa, esisteva vita su Marte, le prime forme di vita nella nostra galassia ma rischiavano già l’estinzione. Si verificavano impatti violenti di meteoriti, collassi dell’atmosfera e cambiamenti climatici molto violenti dovevano essere molto frequenti in quel periodo.
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C’era vita su Marte?
Gli scienziati, ipotizzano che in passato sul pianeta Marte ci sono state forme di vita. Secondo alcuni, non è improbabile che un tempo, su questo pianeta, abbiano vissuto i “Marziani“. Particelle elementari che sono alla base della vita si possono trovare in tutto il nostro universo. Su Marte, è probabile che sia esistita la vita qualche milione di anni fa.
La vita su un pianeta si dovrebbe formare con la presenza di acqua, con una superficie stabile e con un atmosfera densa. Tutte caratteristiche che possono esserci state un tempo su Marte. Su Marte, sono state inviate sonde e rover alla ricerca di prove che confermino l’ipotesi che su questo pianeta tempo fa, si sia sviluppata la vita.
Fino ad adesso però, non è stato ancora trovato nulla. Quello che si è potuto scoprire fino ad ora, è che Marte ha subito nel passato una serie di eventi molto devastanti. Alcuni scienziati sostengono che probabilmente la vita su questo pianeta si è formata e si è riformata diverse volte. Tempo fa, Marte aveva oceani ed era un pianeta molto simile al nostro.
Com’era il pianeta Marte
Circa 4 miliardi e mezzo di anni fa, Marte aveva degli oceani e nel suo cielo doveva avere delle nubi cariche di pioggia. Le prime forme di vita, i “Marziani”, dovevano essere poco complessi. Questi primi organismi Marziani, dovevano essere ovviamente solo organismi unicellulari, probabilmente le prime forme di vita che si sono sviluppate nel nostro sistema solare.
Marte è un pianeta un po ‘più piccolo della Terra, quindi, deve averci impiegato molto meno tempo per raffreddarsi. Circa 100 milioni di anni dopo la formazione del sole, la superficie del nostro pianeta Terra era ancora allo stato liquido, invece, su Marte, è probabile che esistevano già le prime forme di vita.
Impatto catastrofico di un meteorite su Marte
Le prime forme di vita su Marte però, non hanno avuto le condizioni fortunate per sviluppare la vita come sulla Terra. Si ipotizza infatti che su Marte ci sono stati violenti impatti di meteoriti che ne hanno modificato nell’aspetto e nella forma. Nel 2008 si è scoperto che su Marte c’è un enorme cratere chiamato “Bacino boreale” e ha un diametro di 10.400 kilometri e una profondità di 8 kilometri.
La prova inconfutabile di un impatto di un meteorite di enormi dimensioni che ha provocato un impatto violento e catastrofico. Ad esempio, l’impatto avvenuto sulla Terra che ha provocato l’estinzione dei dinosauri, doveva essere molto più lieve a confronto.
Un impatto talmente devastante che deve aver distrutto in un attimo quasi tutta la superficie di Marte. Il resto della superficie, si deve essere sicuramente trasformata in lava bollente. Quindi, Marte dopo questo catastrofico impatto di un enorme meteorite, sembrerebbe proprio che l’evento abbia portato all’estinzione di tutte le forme di vita su Marte.
Dopo 10 milioni di anni, secondo alcuni studiosi, Marte si è raffreddato e da pianeta morto ritorna di nuovo ad ospitare la vita con il ritorno di acqua e di altre condizioni ideali.
Di nuovo la vita su Marte
Nel 2004, il rover Opportunity della NASA aveva la missione di trovare tracce di presenza di acqua successivamente all’impatto di quel enorme meteorite. Il rover, dopo svariate ricerche, aveva trovato delle sfere di ematite, si tratta di un ossido di ferro e si possono formare solo in presenza di acqua.
Quindi, si devono essere formate dopo l’impatto devastante di quell’enorme meteorite e in presenza di acqua. Queste scoperte indicano che su Marte, dopo il primo catastrofico evento, si sono di nuovo presentate le condizioni per ospitare la vita.
Gli studiosi inoltre, hanno scoperto su Marte la presenza di Canyon che è la prova evidente di presenza di acqua dopo l’impatto catastrofico di un enorme meteorite. Secondo gli studiosi, è plausibile che l’acqua provenisse all’interno del pianeta stesso a grandi profondità. Non è da escludere che dopo l’impatto di quell’enorme meteorite che ha devastato il pianeta, grandi quantità d’acqua si trovavo a centinaia di chilometri di profondità.
I vulcani, devono averla trasportata in superficie attraverso un attività geologica emettendo molti gas, tra cui anche il vapore acqueo.
Vulcani di Marte
Anche su Marte ci sono i vulcani, anzi, sono i più grandi di tutto l’intero sistema solare. Uno di questi, misura ben tre volte il monte Everest. Circa 4 miliardi di anni fa, questi vulcani erano attivi ed emettevano lava e acqua creando l’atmosfera dando vita a violenti temporali. Questi continui e violenti temporali, con il passare del tempo, hanno allagato la superficie di Marte.
Nel giro di decine di migliaia di anni, Marte ritorna ad essere un pianeta ricco d’acqua. Per la seconda volta, su Marte ritornano le condizioni ideali per dare la vita. Non è del tutto chiaro se a ridare la vita su Marte per la seconda volta sia stata l’attività vulcanica o l’impatto stesso di un enorme meteorite.
Si sa però per certo, che un catastrofico impatto di un enorme meteorite non da per certo la parola fine alla vita su un pianeta.
Vulcano di Marte Olympus Mons
Olympus Mons è un grande vulcano di Marte con un’altezza di quasi 25 km. Questo vulcano di Marte è circa due volte e mezzo il Monte Everest ed è il più grande vulcano che possiamo trovare sul pianeta Marte. Il vulcano si trova nell’emisfero occidentale di Marte. L’Olympus Mons non è una località di atterraggio per le sonde spaziali automatizzate nel prossimo futuro.
Le alte quote precludono gli atterraggi con paracadute perché l’atmosfera è insufficientemente densa per rallentare una navicella.
Inoltre, l’Olympus Mons si trova in una delle regioni più polverose del pianeta Marte. Un manto di polvere sottile oscura il substrato roccioso sottostante, probabilmente rendendo difficile il reperimento di campioni di roccia e probabilmente rappresenta un ostacolo significativo per i rover.
La seconda apocalisse di Marte: Il ghiacciamento
Secondo gli ultimi studi da parte delle ultime missioni di sonde spaziali e rover su Marte, pare che su Marte si sia abbattuta una seconda apocalisse, un apocalisse di ghiaccio. Un cambiamento climatico catastrofico. Nel 2008, è stata rilevata sotto la superficie di Marte un enorme deposito di ghiaccio con uno spessore di oltre un kilometro e una superficie di oltre 4.000 kilometri quadrati.
Una formazione ghiacciata di queste dimensioni dovrebbe trovarsi ai poli, ma invece non è così. Secondo gli scienziati, è probabile che un tempo Marte era “ribaltata” con l’asse di rotazione che è cambiato di molto nel tempo. Secondo gli studiosi, circa 3,9 miliardi di anni fa, Marte si era inclinato di 80 gradi.
La conseguenza, è l’abbassamento delle temperature fino a meno 90 gradi ghiacciando tutta l’acqua presente sul pianeta. Il ghiacciamento dell’intero pianeta, deve aver portato alla morte di qualsiasi forma di vita sul pianeta per la seconda volta. L’asse di Marte non è stabile, cambia circa ogni 120.000 anni.
Questa instabilità, è la causa del ghiacciamento dell’intero pianeta. Il nostro pianeta invece, ha un asse stabile grazie alla presenza della Luna.
La terza apocalisse di Marte: La perdita dell’atmosfera
L’ingrediente basilare per la vita e l’acqua allo stato liquido e non di certo a stato solido cioè ghiacciato contrariamente a come molti pensano. Inoltre, serve il giusto equilibrio tra pressione atmosferica e temperatura. Se manca la pressione atmosferica, l’acqua dalla superficie di un pianeta evapora qualsiasi sia la temperatura. La pressione atmosferica esiste grazie all’atmosfera che impedisce all’acqua di evaporare. Circa 3,7 miliardi di anni fa, su Marte sta per verificarsi un terzo evento catastrofico; la perdita dell’atmosfera. Senza l’atmosfera, i grandi oceani di Marte cominciano ad evaporare. La perdita dell’atmosfera è dovuta al campo magnetico del nucleo del pianeta che ha smesso di funzionare. Quando un nucleo di un pianeta non funziona più, non ci sono le condizioni che possono creare l’atmosfera e il pianeta muore. Probabilmente, il nucleo di Marte si è raffreddato troppo o forse la causa è un’altra. Secondo gli ultimi studi, la causa potrebbe essere stata un impatto cosmico. La prima apocalisse su Marte, dovuta ad un enorme impatto cosmico, può aver avuto una ripercussione sulle temperature del pianeta.Si sa di sicuro, che nel corso di centinaia di milioni di anni, il campo magnetico di Marte si è indebolito fino a sparire del tutto. Con l’esposizione alle radiazioni solari, su Marte non ci sono più le condizioni ideali per la formazione della vita. Le radiazioni solari, hanno sicuramente distrutto qualsiasi forma di vita microbica e la superficie del pianeta è diventata sterile.
Esiste una quarta generazione di marziani?
Questa è la domanda che si stanno ponendo i ricercatori e gli scienziati che stanno ancora oggi studiando Marte. La risposta a questa domanda è; probabilmente si. Gli organismi tendono ad adattarsi anche in condizioni estreme e non è improbabile che abbiano trovato un modo di sopravvivere nelle profondità di Marte dove c’è ancora la presenza di acqua.
Probabilmente, sotto il suolo di Marte, ci sono ancora le condizioni ottimali per la vita ed è probabile che ci sia ancora acqua allo stato liquido. Solo nel sottosuolo con la presenza di acqua e con la protezione dalle radiazioni solari, ci sono le condizioni per ospitare la vita.
Gli scienziati hanno elaborato diverse teorie per le zone dove trovare la vita su Marte. Alcune di queste zone, sono delle profonde grotte che un tempo erano tunnel di lava creati dai vulcani. Sono un valido riparo dalle eruzioni solari e dal clima ostile di Marte.
Fino ad ora, non è stato ancora esplorato un tunnel di lava ma è probabile che si possano trovare delle tracce di acqua.
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